EPISODIO III
[Liceali allo sbaraglio: il definitivo marchio di fabbrica]
Arriva
il momento in cui i jeans e lo zaino dell’Invicta fanno il salto di qualità per
accompagnarti fieri al liceo, che non appare proprio uguale a quello di Beverly
Hills 90210 (si evidenzia un drastico abbassamento dell’età media dimostrata e
ahimè non c’è Dylan).
Primo
anno, prime uscite, prime occupazioni alla “come te nessuno mai”, incredibile
quelli di quinto sono alti e ribelli in modo giusto, si vestono alla moda,
parlano con gli adulti come adulti. Quella di 4^C si fa sbattere da tutti
(sbattere che? Cosa? Che linguaggio è? Col diploma ti danno pure il certificato
europeo per scaricare al porto) quello di 5^F è il più figo della scuola (non
per evidenti doti oggettive, ma solo perché è l’unico a rifiutare la
benevolenza di quella di 4^C). Oltre ai Promessi Sposi, la consecutio e le
equazioni di secondo grado, capisci che è al liceo che si impara a stare al
mondo, la giungla nella quale chi ci passa prima detta legge sul cacciare e
sull’essere predati. Entri nel meccanismo che quasi ti piace, sulla scia
devastante di quanto apprendi parallelamente da Dawson’s Creek (flagello di Dio
o chi per lui). Telefoni da fisso a fisso senza prefisso, i compiti dal diario
sono una scusa, hai visto l’ultima puntata? Ti ricordi le cassette degli 883 di
quando eravamo piccoli? Conversazioni brevi e basilari, primordiali segni di
scempio emotivo.
“Non andare in macchina con quelli più grandi!”:
sistematicamente ti fai lasciare a due isolati da casa. “Il motorino è vietato”:
fai sega e fai l’incidente.
Il clima dell’attimo fuggente è sempre più
lontano, le fontanelle ormonali fanno da padrone, i tuoi capelli cambiano
colore e forma talmente spesso che solo Madonna e Anna Oxa sanno stare al
passo.
Ti
accorgi che qualcosa è cambiato, perché finalmente un essere dalla voce rauca con
un piccolo accenno di barba e un lieve pomo di Adamo inizia a notare proprio te
(tu hai sviluppato circa tre anni prima); memore in modo confuso e pastrocchiato
dei modelli maschili descritti in precedenza, inizi a mettere in gioco la tua
personalità e la tua voglia di conoscere fino a quando non ti ritrovi al bagno
del secondo piano col reggiseno slacciato da sopra i vestiti. Non ci stai, speri
di non fare la figura di quella che se la tira, in realtà fai la figura della
bambina, Manco hai visto mai un preservativo. Chi ha parlato di preservativo? Non
si fanno ancora le cose per cui rimani incinta, ma vai in giro con l’indelebile
segno dell’amore eterno: i succhiotti (non ricordi nessuno stralcio visivo a
riguardo dalla tua vita precedente, WOW è vero questa età adulta porta un sacco
di sorprese, maglioneacolloalto tutta la vita!).
Trascorri i pomeriggi fra una
versione di latino e un video di MTV, un MTV senza reality-non sapevo di essere
incinta. Ci sono i programmi musicali e tu sogni di fare la telefonata in
diretta con Marcello o con quello biondo coi rasta. Ascolti di striscio gli ormai
andati Nirvana, ma non ti convince fino in fondo sta storia del nichilismo fai
da te. Per darti un tono internazionale, dalla tua hai i grandi classici + J.Lo
+ Lenny Kravitz + R.E.M. Compri i primi CD, le 18 mila lire meglio spese della
tua vita. Ti commuovi con i video di Bon Jovi e allo stesso tempo con quelli
dei Lunapop (stendiamo un velo pietoso). Il cinema a tardo pomeriggio, bacio e
toccatella di nascosto, non sai bene se siete autorizzati, certo se quella
smettesse di romperti le scatole. Le dediche sui CD doppiati (ora il processo è
meno macchinoso rispetto a quello delle musicassette).
I pezzi sulla Smemoranda, trascrizioni
e trascrizioni di canzoni per sentirle vere: Jim Morrison fisso più la fissa
della settimana, le firme e le dediche, le cartoline e gli oggetti di varia
natura scocciati sopra le pagine che non si chiudono più. Ma che scherzi? nel diario c'è tutta quella tensione romantica distruttiva pre emozionale accumulata in anni e anni di esposizioni selvagge ai miti descritti in precedenza.
La discoteca il pomeriggio, il
fascino del “rompo le regole col primo drink”, il glitter ovunque (non si esce
vivi dagli anni ’80, a meno che non li mischi con gli anni ‘90) e la pallida
imitazione delle varie Jen, Joey, Kelly e Brenda. Ma soprattutto la DANCE, così
forte che il tuo animo rock vacilla e vacilla sotto l’impetuoso battere delle casse pimpate. Incredibilmente, diventi una facile preda da rimorchio, non ti
spieghi come, sarà il tuo look stratosferico o il semibuio alternato del
localaccio del momento.
Il tuo primo cellulofono (altro
che suonerie polifoniche) serve a scrivere 3 sms durante le vacanze con i tuoi:
uno alla tua migliore amica, uno al tuo migliore amico (?) e uno a quello che
vorresti fosse il tuo ragazzo. Ancora non sai che negli anni successivi probabilmente
gli stessi sms saranno per le stesse tre persone a ruoli scambiati dal caso o
dall’inutile sempiterno farsi del male nelle relazioni uomo-donna
(ragazzino-ragazzina).
I 18 anni, la patente, la gita di quinto, i
primi concerti. L’estate è nell’aria brindiamo alla maturità, l’Europa è lontana,
partiamo (tutti tranne te e Pilli), viva la libertà!
Ognuno di questi fatti sono eventi che riempiono le tue aspettative, sono passi fondamentali della tua formazione, momenti che (non)
passi col tuo amato o che passi a metà, perché ti ha fatto arrabbiare, perché
ti ha ingannata, perché ti ha lasciato per un’altra, e viceversa. Il pensiero
del futuro è roseo e subito diventa nero, e viceversa. Che ne sarà di noi dissemuccino con la zeppola. Per questo, preferisci andare in macchina, cantare a
squarcia gola perché alla fin fine non sai chi è Alyssa Milano, ma la vita
andrebbe meglio se avessi il suo top e i suoi jeans.
Vai e vai bene, perché alla radio c’è Vasco Rossi e ora è lui a guidare.
Vai, non ti fermare, ancora c’è tempo per farsi del male, nella speranza che non ci sia il blocco della
stradale.
Vai e vai bene, perché alla radio c’è Vasco Rossi e ora è lui a guidare.
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