mercoledì 5 febbraio 2014

Fenomenologia dell’Ing. Medio (ovvero: spesso il male di vivere ho incontrato)


Vi è mai capitato, non so, in treno o in autobus, di osservare un esemplare di essere umano chiaramente non integrato con il suo circondario che, ad una vista più allenata, mostra curiosi sintomi riconducibili al suo essere diversamente felice?
Osserviamo più da vicino i protagonisti di questo sottobosco suburbano laureatico, partendo anche dalla vostra personale esperienza che prevede un legame diretto con almeno una delle seguenti situazioni:
-È scientificamente provato che almeno una volta nella vita si riceve una risposta deludente alla legittima domanda “oh, il telecomando è rotto, tu che fai l’ingegnere perché non me lo ri-accccomodi?”.
-I ricercatori Oral-B dimostrano che il 99,98% degli italiani sorride falsamente e forzatamente a una battuta ingegneristica.
-È clinicamente testato che la poker face rimane la reazione più diffusa a una qualsivoglia emozione da parte di un ingegnere.
Ma come riconoscerli fra la gente? Niente paura, niente calcoli assurdi o progetti in ritardo di consegna, non vi servirà altro che l’1% della vostra fantasia, che è già esattamente il doppio di quella impiegata da un Ing. Medio.
Con la promessa di astenermi dalle troppe citazioni che smaschererebbero la mia ignota identità e si spera futura professione, vi lascio una breve e facile guida alla sopravvivenza nello scontro con un ominide di questa categoria, attraverso l’elenco dei principali segni di riconoscimento e di interazione.

L’Ingegnere Meccanico/Energetico/Biomedico
Negli anni della sua formazione, accompagnato dal tipico olezzo di officina (no, non è un luogo comune), l’ingegnere meccanico dopo 15 ore di studio è solito – o almeno lo fa una volta al mese quando va bene - muoversi inquieto e sciatto fra i luoghi truzzi o falso fighetti della società. Egli è vestito nei modi più bizzarri che possiate immaginare e pur non mostrando attenzione ai dettagli estetici, tende ad auto-sovra-stimare il proprio look. Proprio lì, in quel punto dove il trash si fonde con lo sportivo, attraverso questa simpatia dilagante che lo caratterizza, l’ingegnere meccanico attua le proprie goffe e orribili tecniche di rimorchio: si sa, questo è senza dubbio il suo campo!  Nei casi più fortunati l’ingegnere meccanico può arrivare all’accoppiamento, generalmente abbinato a giro in moto – donne, si consiglia vivamente di non appoggiare il polpaccio alla marmitta. Senza curva di Gauss, si può calcolare tranquillamente che la probabilità di atto copulativo del suddetto ingegnere è più alta rispetto a quella che appartiene alle altre categorie.
Durante gli ultimi anni di studio l’ingegnere meccanico sviluppa una nuova inaspettata propensione alla sistemazione della propria immagine estetica e sociale, di pari passo al suo inquadramento nei rigidi schemi delle regole scientifiche. Infine, il trasformismo spocchioso decolla con il primo salario quando costui, spinto dalla frustante sensazione di aver perso i migliori anni della propria vita, diventa improvvisamente altolocato.
Il cugino povero dell’ingegnere meccanico è l’ingegnere energetico. Costui durante gli anni universitari segue le stesse materie, ma per metà dei semestri: è già delineata quella che sarà la sua particolare indole insoddisfatta e scazzata, mascherata solo dal senso comune “l’energia è un argomento importante per il mondo in cui viviamo”. L’ingegnere energetico arriva giustamente solo dopo tutti e dico tutti gli ingegneri meccanici (sarà perché non ha sostenuto l’esame di costruzioni di macchine 2) e l’ingegnera energetica arriva dopo i meccanici e gli energetici. Ad ogni modo, i facenti parte di questa categoria barattano la loro frustrazione con la conoscenza di quattro nozioni sulla fisica nucleare e rimangono i grandi esperti di tutte le rinnovabili anche se lo Stato non se le fila o se le fila male. In sostanza, l’energetico è l’unico esempio di esemplare appena nato ma già in via di estinzione. Per tutti questi motivi, è riconoscibile all’interno della società civile per la baldanza con cui esporta informazioni scientifiche al sapore di pseudo polemica politico-economica.
L’ingegnere biomedico è un po’ il supereroe del gruppo, perché si sa che le sue competenze teoriche si allargano e vanno ad interagire con un altro mondo di professionisti, quello dei medici. Ad oggi, non si sa bene quale sia la forma umana dell’ingegnere biomedico, sarà perché la maggior parte di essi lavora sotto copertura per case farmaceutiche o di produzione di protesi e pacemaker. Si vocifera che siano soliti deambulare con trolley di diversa dimensione contenenti cyber-cure.

Ingegnere Informatico/Elettronico/dell’Automazione/ delle Telecomunicazioni
Dire che questi qua sono dei nerd è come dare dell’imbianchino a Leonardo Da Vinci. Siete mai stati a una discussione di laurea a Ingegneria dell’Informazione? Non so come fanno, ma costoro non utilizzano predicati verbali e complementi, tanto è vero che nei loro discorsi non sono rintracciabili nemmeno le preposizioni che assumono costantemente un significato differente da quelli che hanno nell’idioma nazionale.
Nel mondo normale, la figura di questi ingegneri è perfettamente riconoscibile durante gli anni dell’università: vesti sbiadite e trasandate, mani sudaticce da impacciati, capelli impastrocchiati di un gel messo due settimane prima (quando casualmente il pc ha crashato) fanno da cornice a individui patiti dal color bianco-giallognolo da video terminale. Non si direbbe mai, ma molto spesso gli RPG online non sono la loro unica passione. Infatti, la maggior parte degli ingegneri informatici ascolta metal (astenersi rigorosamente posers...pena: morte per crocifissione a testa in giù); mentre il rock è assegnabile alla restante parte della categoria; in questi casi, di contro ad un abbigliamento altrimenti rimasto al '91, è possibile trovarsi davanti a eclatanti casi di nerofilia vestiaria e capelli lunghi.
Con la maturità professionale, essi si depurano delle scorie fisiche (ma non psichiche) che qualsiasi dispositivo abbia lasciato dentro la loro anima (sì, da qualche parte ce l’hanno pure loro) e tutti i casi si ricollegano a due casistiche: l’ingegnere autistico-geniale che sa crackkare l’iddomini-iddio e ti sorride ogni morte di papa (nel caso del ritiro di papaRatzi non vale) e l’ingegnere bravo ragazzo che a tempo perso, non so, si fa una famiglia e apre una radio.

Ingegnere gestionale
...?
[La National Geographic dichiara di non avere alcuna foto in archivio sull’argomento. I Master di gestione del tavolino dell’Ikea stanno ancora cercando individui di questa specie a cui sottoporre le loro interessanti ultime offerte di Stage.]

Ingegnere Civile/Edile/Ingegnere-Edile Architetto/Ingegnere Ambientale
In questa categoria è sempre una questione di stile. Con loro, finalmente l’apparato visivo-olfattivo ha un attimo di tregua. Al contrario dei colleghi che firmano i progetti in altri albi, loro sono sempre così abbronzati e profumati, dai fisici così sportivi e slanciati da suscitare non dico l’invidia, ma la curiosità degli altri. Ma come fanno? Saranno i cantieri? Saranno le ore e ore e ore passate in laboratorio di disegno? Cavolo, ma anche l’elmetto e le scarpe anti-infortunistiche stanno loro bene!
Ad ogni modo, a “civile” il mondo creativo di un ingegnere prende finalmente vita, persino per quei simpatici fognaroli di ambiente e territorio! In continua lotta sindacale con gli architetti, il loro must è: non importa se è bello, l’importante è che funziona. Nota assolutamente positiva è l’ingente presenza di quote rosa, l’unica vera speranza per tutto il mondo dell’ingegneria: all’università danno respiro agli allupati di meccanica e ai depressi di varia natura, nel mondo professionale assicurano momenti di isterismo alternati a possibilità di ulteriore discriminazione, qualora non sia stata abbastanza praticata nell’area “ingegneri industriali”.
Infine, negli ultimi anni gli Statistici (altra misteriosa categoria della Fauna Laureata) hanno rivelato una pericolosa tendenza dei maschi di questa specie a idolatrare il Nuovo Dio della Grande Mela, il quale sembra in grado di dotare i suoi adepti di un improvviso senso estetico che si converte immediatamente nelle attività artistiche più disparate (spesso con dubbi risultati).

Ingegnere Aerospaziale / Nucleare
Sanno fare tutto.
[Leggende metropolitane dicono che siano anche belli, ma nessuno li ha mai visti. Loro Volano Alto.]

Ingegnere Fisico / Matematico / dei Modelli e dei Sistemi
Soprannominati i filosofi dell’ingegneria, questi tipi inquietanti hanno la capacità di muoversi (rigorosamente da soli) e angosciare in maniera random. Ne incontrai uno durante il primo giorno di università: ebbi il dubbio di trovarmi nell'unico manicomio rimasto aperto in Italia. La loro peculiarità consiste nel potere di astrarsi genialmente dagli schemi che loro stessi modellizzano, a tal punto che il loro corpo a volte sparisce o si mimetizza nella realtà solida quotidiana. Qualsiasi cosa facciano, ed è ancora un mistero, è comunque un segreto. Nel caso fortunato(?) in cui doveste incontrarne uno, ricordate: se non sa il greco, se non suona il pianoforte e se non dibatte di filosofia, è un falso.

E dunque, arricchiti ora da questa panoramica etologica, sarà più facile fermarsi per dare confidenza a quello sconosciuto tremolante e insicuro seduto spocchiosamente in prima fila in autobus; per conquistare il fenomenale (e volatile) Ing. Aerospaziale; per riuscire a strappare un appuntamento a quella troppo carina di Edile e Architettura che continuate a incontrare a mensa.  

Quindi…si sa, chi nasce tondo, non può morire quadrato.
A meno che non fai l’ingegnere.
(Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale).

p.s.: se l'Ing. in questione è americano...quanto detto sopra è da considerarsi non più valido. 


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